La Danza è nata da un transito, da un corpo che non può restare immobile.
Questa figura attraversa strati di sé, e una nuova versione si stacca dalla vecchia e si libera. Non c’è una sola direzione, ma molte. La danza si incarna e si lancia in avanti, come un desiderio che avanza e si dissolve. Come se il movimento fosse anche una forma di oblio. O di dono.

I colori scorrono, si mescolano, si spezzano. Tutto si muove, ma non tutto scompare.
È un momento in cui il corpo non obbedisce, ma si arrende. Dove la danza non è coreografia, ma necessità. A volte, muoversi è l’unico modo per restare.